Tuscia era la denominazione attribuita all'Etruria dopo la fine del dominio Etrusco.
Il nome indicava in origine un territorio assai vasto che comprendeva tutta l'Etruria storica, ovvero la Toscana, l'Umbria occidentale ed il Lazio settentrionale, che i diversi accadimenti storici hanno ripartito in 3 macroaree: una era la "Tuscia Romana" corrispondente al Lazio settentrionale con l'antica provincia pontificia che oggi equivale alla provincia di Roma (parte nord) sino al Lago di Bracciano e quella di Viterbo.
Ed è proprio in questa area che io e l'Amico Romualdo siamo diretti per ammirare 3 autentiche "perle".
Il nome indicava in origine un territorio assai vasto che comprendeva tutta l'Etruria storica, ovvero la Toscana, l'Umbria occidentale ed il Lazio settentrionale, che i diversi accadimenti storici hanno ripartito in 3 macroaree: una era la "Tuscia Romana" corrispondente al Lazio settentrionale con l'antica provincia pontificia che oggi equivale alla provincia di Roma (parte nord) sino al Lago di Bracciano e quella di Viterbo.
Ed è proprio in questa area che io e l'Amico Romualdo siamo diretti per ammirare 3 autentiche "perle".
Scorriamo a sud lungo un tratto del tracciato Umbro della SS 3 "Flaminia"; la prima sosta, in onore alla storia della strada che collegava Roma con Fano sull'Adriatico, è ad Otricoli il cui centro cittadino si snoda ai lati del ciottolato dell'originale tracciato della via consolare.
Tre costruzioni, di epoca medioevale, sono ancora oggi ben individuabili e costituivano la sede della posta e stazione per cambio/ricovero cavalli delle diligenze.
Una targa in travertino con scolpita una scritta ricorda addirittura il compenso richiesto da e per le "poste" vicine di Narni a nord e Borghetto a sud.
Ci gustiamo un buon caffè e riceviamo le informazioni di cui sopra da una persona ben vestita che ci fa capire di conoscere tutto del piccolo borgo.
Alla ripartenza profitto per scambiare le moto, voglio infatti far provare a Romualdo il funzionamento del cambio elettroassistito; il tratto a scendere ancora più a sud, che non conosciamo, non si rileva molto idoneo viste le poche curve ma tant'è.
A Borghetto, poco dopo Magliano Sabina riprendiamo ciascuno la propria moto e ci dirigiamo, sfiorando Civita Castellana che scorriamo a destra, ancora leggermente più a sud dove all'altezza della SP 79 lasciamo la "Flamina".
Faleria è il primo centro che troviamo e successivamente le indicazioni invitano a Calcata Nuova, noi le ignoriamo perché alla fine di una successiva curva leggermente in discesa scorgiamo fra i cespugli il pittoresco borgo di Calcata.
Fermiamo le moto a bordo strada e documentiamo bene la ns. presenza sulla scena:
Successivamente entriamo nel piccolo paesino arroccato sulla sommità di un pinnacolo di roccia tufacea e visitiamo gli angoli caratteristici in un ambiente in fermento visto che è domenica; molti i turisti che animano chiassosamente gli stretti ed angusti viottoli.
Una miriade di negozietti di artigianato, di ristoro, insomma una "bazar" continuo che forse distorce la sensazione vera della storicità del borgo.
La nostra sosta non è molto lunga perché abbiamo un'altra meta in programma, non è distante da Calcata ma non ne conosciamo bene l'entità, quindi con il dubbio del tempo necessario risaliamo in sella e scendiamo ancora più a sud dove dopo circa 4 Km. successivi a Mazzano Romano una indicazione ci fa svoltare a sinistra per le Cascate del Monte Gelato poste all'interno del Parco Regionale della Valle del Treja.
Non sono grandissime ed un paio di brevi sentieri, posti lungo le sponde del torrente Treja, consentono di arrivare molto vicino ai salti dell'acqua; tuttavia l'impeto del torrente e l'ambiente ricco di vegetazione fanno apparire il luogo in un contesto più "grandioso" da quello che realmente è.
Lungo la sponda settentrionale del torrente Treja, in corrispondenza di un ponticello che traversa parte del corso d'acqua, si presenta davanti ai ns. occhi la Mola medioevale, rimasta in attività sino a metà del secolo scorso ed oggi dismessa.
Le foto si sprecano tanta è la bellezza del luogo e, unitamente al fresco della folta vegetazione, il suggerimento di una sosta spuntino è subito da entrambi recepito: in riva al torrente ci gustiamo un succulento panino.
Il pomeriggio invece è speso per ammirare un'altra "perla" che ambedue conosciamo già bene ma che, in considerazione della vicinanza dei luoghi visitati, non ci consente sfuggire: Civita di Bagnoregio.
Le foto si sprecano tanta è la bellezza del luogo e, unitamente al fresco della folta vegetazione, il suggerimento di una sosta spuntino è subito da entrambi recepito: in riva al torrente ci gustiamo un succulento panino.
Il pomeriggio invece è speso per ammirare un'altra "perla" che ambedue conosciamo già bene ma che, in considerazione della vicinanza dei luoghi visitati, non ci consente sfuggire: Civita di Bagnoregio.
Risaliamo quindi a nord per un tratto della SS 2 "Cassia", altra bellissima strada consolare, sfioriamo ad est il Lago di Vico, traversiamo prima Viterbo, poi Montefiascone sino all'incrocio con la SP 130 che ci conduce a Bagnoregio e da qui alla vicina Civita.
Sosta caffè, foto ed ammirazione del borgo anch'esso su un pinnacolo di roccia tufacea che tramite un lungo ponte pedonale di C.A. è possibile visitare all'interno; noi ci limitiamo ad ammirarla da "lontano":
La giornata si conclude con un ultima sosta a Lubriano dove, grazie ad un terrazzo panoramico, si può osservare ancora meglio il borgo di Civita.
Rientriamo tramite la SS 448 Orvieto-Todi e poi l'immancabile E45 per concludere una magnifica giornata di Mototurismo ed Amicizia e, sopratutto, di sana condivisione della comune passione.
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