San Leo (RN) - Maggio 2015

San Leo (RN) - Maggio 2015

domenica 29 aprile 2012

Garfagnana e dintorni




Drinn … la sveglia, puntata alle ore 6:00, non fa in tempo a suonare il secondo allarme, la mia mano infatti ha già azionato il pulsante off; così inizia quest’altra avventura motociclistica. 

La moto è carica, tutti i consueti preparativi, ormai rituali, sono stati preparati il giorno prima; manca soltanto un buon caffè che rimarchi l’atteso risveglio oltre ovviamente la vestizione.
Alle 7:00 siamo già in strada, Amelia ha pochi Km. alle spalle e necessità di una bella sgroppata; azioniamo gli interfoni ed iniziamo il trasferimento verso Rocobilaccio.
La meta iniziale è infatti il Santuario di Boccadirio interposto fra la A1 e Castiglione dei Pepoli.

La prima sosta è avvenuta in autogrill nel Valdarno; ci ha visto sfiorare qualche goccia d’acqua.
Il Santuario è incastonato nel bosco e le pendici dei rilievi lo riparano dai venti che soffiano da nord; inizia qua la ns. rassegna fotografica.
Il cielo ad ovest dove siamo diretti, marca due situazioni contrastati, sereno e ventoso sul versante emiliano, nuvoloso ma in dissolvimento su quello toscano.

Riprendiamo la strada verso ovest, siamo destinati in Garfagnana ma vogliamo entrarci da nord; quindi scorriamo in sequenza i Laghi di Brasimone e Suviana (vedremo un’infinità di centrali idroelettriche) ed all’altezza di Badi ci teniamo a nord-ovest per imboccare la fascinosa Strada Provinciale 632 sino a San Marcello Pistoiese.
Qua inizia l’ascesa per il passo dell’Abetone, rinomata stazione sciistica Toscana, la strada è bagnata, ha piovuto da pochissimo ma il cielo si apre al sereno, i venti provenienti da nord-est stanno rapidamente cambiando il meteo per i prossimi giorni.
All’Abetone nulla di particolare interessante se non che la località deve il suo nome al fatto che lungo la strada in prossimità della curva stretta di valico era piantato un abete gigante.

Scendiamo sino quasi a Pievepelago, prima del paese la svolta  a sinistra verso il Passo delle Radici: questa è la nostra porta per la Garfagnana.
Brevissima sosta lungo la strada per gustare un genuino panino confezionato dalle sapienti mani di Marinella e poco dopo l’ora di pranzo siamo al passo per il caffè.
Prima però ci concediamo una breve visita a San Pellegrino in Alpe, un paesino da cartolina con la vallata frontale solcata dal torrente Castiglione che ne amplia la sperduta posizione.

Consumato il caffè all’interno del bar ristorante al passo ci incuriosisce una sterrata; quella che da Foce di Terrarossa risale sino ai margini dell’Orecchiella.
Mi dicono al bar che la strada è fattibile ma è molto piovuto ed addirittura salendo la stessa di quota potrebbe esserci neve.
Niente placet di Marinella ma i propositi sterrati non sono certo terminati. Allora viriamo a valle ed all’interno del paese di Sassorosso la disfatta ! Un tale incontrato lungo la strada mi dice, scuotendo la testa, di non portare la moto a rovinare sulla strada sterrata, che è troppo bella; faccio l’occhiolino ma la sua presumibile moglie cala l’asso: “Stì mariti e nun ci pensan mai a noi donne !!!”
Non do neanche il tempo a Marinella di dire qualcosa che lancio l’idea di visitare il paesino.

Dopo aver fotografato lo stupendo borgo scendiamo alla meta del ns. soggiorno: Castelnuovo di Garfagnana, Albergo Il Carlino, segnalato dell’amico Romualdo.
Lo consiglio per l’ospitalità, la disponibilità e non ultimo il trattamento economico; visti i tempi !
E’ presto e quindi come da programma dopo aver visto dove è posizionato l’albergo iniziamo la prima di due escursioni mirate già in fase di preparazione del viaggio:
Passo del Vestito con sosta alla fantastica Isola Santa, borgo da fiaba che baciato dal sole ardente in un cielo sereno, ci ammalia a non finire.
Su al passo all’uscita dalla galleria sotto di noi le cave di marmo; il bianco di Carrara abita quì ed all’orizzonte la stretta fascia dell’irto rilievo non evita la vista del mar Ligure. Impressionante le dimensioni dei blocchi di marmo che vengono tagliati precisi come sotto una affettatrice.

Torniamo indietro e in prossimità di Castelnuovo svoltiamo a sinistra direzione Aulla; la nostra meta è il lago di Vagli che visitammo tanti ani addietro quando eravamo ancora fidanzati; all’altezza di Camporgiano giriamo a sinistra e ben presto arriviamo a Vagli di Sotto; ovvia sosta e visita accurata al paese, caratteristiche le stradine corte ma ripide che salgono sino alla piazza principale, spesso anche costituite da scale, il reticolato delle viuzze è completato da passaggi di collegamento concentrici.
Un buon decaffeinato pomeridiano e via saliamo a Vagli di Sopra che offre, solo dopo la chiesa, una discreta vista al lago dall’alto.

Si accende improvvisa ed irrazionale una idea: inutile ripercorrere la strada solita, qua non siamo in alta montagna e dico a Marinella che qualche altra strada che riporti sulla statale dovrà pur esserci, consulto la mappa ma non vedo niente ed allora chiedo davanti al barretto del piccolo centro la possibilità di arrivare ad una frazione (Roggio senza tornare indietro) due ragazzi quasi si mettono a ridere e mi ripetono grosso modo le solite cose; c’è una sterrata, ma è piovuto molto e sicuramente sarà tutta ruscellata dall’acqua, è piovuto una settimana intera quà. Marinella coglie la palla al balzo e mi dice perentoria: “Ma lo senti ? Perché vuoi insistere ?”
“Se non è fattibile giriamo e torniamo dietro”, rispondo deciso; i ragazzi restano in silenzio e si guardano incuriositi.

Dopo la cortissima discesa a centro paese tiro dritto direzione Roggio, incontriamo una signora e Marinella vuole sentire anche lei; “Ma cosa vuoi che ne sappia questa che è anche anziana”; insomma mi fermo, sapete le donne … risposta dell’anziana a ma arzilla signora: “Certo che ce la fa una moto come la sua, altrimenti cosa l’ha comprata a fare !!!”

Incasso il via libera inaspettato ed imbocchiamo la strada sterrata che si presenta non lunghissima ma dei tratti son veramente impegnativi dal fango e dal ruscellamento dell’acqua che ha scavato solchi profondi anche 10/20 cm. il problema maggiore è nelle curve in corrispondenza del cambio di pendenza del monte, infatti il ristagno dell’acqua ha creato la classica pozzanghera da prender piena ed in tiro se si è da soli ma da cercare di evitare a margine del bosco, verso monte se si è in due e soprattutto carichi.
Amelia però comprese le valigie è troppo larga e qualche volta siamo dovuti entrare nelle pozze, con piena soddisfazione nel mio stivale sinistro nel frattempo divenuto color marrone.

Raggiunto il paese di Roggio e sino all’albergo non perdiamo di centrare, ad andatura lenta, tutte le pozzanghere di acqua “pulità” in modo da presentarci un po’ dignitosi al ns. arrivo.
Riusciamo a portare le valigie inzaccherate in camera, faranno successivamente una doccia con me. 

La serata si chiude con una gran bella minestra di farro e delle squisite salcicce alla griglia contornate da patate, di dolce gustiamo un croccantino di budino al cioccolato; a tavola inoltre la mia promessa a Marinella di alt agli sterrati almeno per questa gita.
Visita serale al centro di Castelnuovo Garfagnana e poi a nanna: il giorno seguente abbiamo in programma un bel percorso.

Il secondo giorno lo dedichiamo interamente al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano;  saliamo subito in loc. Pieve Fosciana dove un lavaggio rende Amelia più pulita e lungo la strada ammiriamo Castiglione di Garfagnana, bellissimo borgo intravisto dall’alto il giorno antecedente scendendo dalle Radici.

La direzione che prendiamo è per il Passo Pradarena e la strada, minuziosamente scelta in precedenza, transita via Corfino e soprattutto per lo splendido e fiabesco spiazzo di Pania di Corfino dove ci regaliamo una sosta nel silenzio assoluto, siamo infatti soli.
Riprendiamo l’ascesa continuando per Sillano e poi ancora Capanne di Sillano attraversando una boscaglia fitta ma che in  qualche punto regala viste stupende.
Al passo troviamo solo 20 cm. di neve a bordo strada, continuiamo e poco dopo Ospitaletto svoltiamo a sinistra via Vaglie per risbucare a Collagna; da qua l’ascesa dal lato emiliano del passo del Cerreto che ripeteremo nel pomeriggio a completamento di un anello.
Al bar ci concediamo un caffè e dopo esserci sgranchiti le gambe riprendiamo la via scendendo sino a Fivizzano al cui interno svoltiamo a destra per Licciana Nardi. 
Raggiunta la località dirigiamo Amelia a destra direzione nord verso il Passo del Lagastrello che superiamo di slancio.

E’ ora di pranzo ed occorre decidere se continuare ad avanzare a zig-zag per la cresta appenninica (Passo del Cirone) oppure cercare una variante che ci riconduca al Cerreto senza riscendere molto a valle; lo stabiliamo al tavolo della locanda  La Montanara sita in loc. Miscoso (RE) dove la titolare ci consiglia di arrivare sino a Succiso e continuare valicando il monte, che ci indica da una delle finestre del locale.

Miglior consiglio non poteva certo capitarci ed il Passo Scalucchia, sconosciuto ai più, regala uno dei tratti di strade montane fra le più belle percorse.
La strada stretta ma dal fondo perfetto ci riconduce a Collagna dove tramite il Passo Cerreto riscendiamo sino a Castelnuovo di Garfagnana.

La nostra due giorni si conclude praticamente quà, infatti la mattina del terzo giorno è utilizzata  per il rientro a casa che vede una sosta al famoso ponte del Diavolo di Borgo a Mozzano, alle porte di Lucca, ed una visita a casa dei conoscenti di antica data, dirimpettai di dove ha abitato Marinella per circa 20 anni; Franco (livornese doc) e Teresa.


lunedì 23 aprile 2012

4 Amici sul Delta


Altra bellissima puntata del ns. girellare in moto; oggi siamo ospiti, nella loro dimora marina, di Paolo e Giovanna per un girello motociclistico ideato dal padrone di casa.
Arriviamo, come ormai solito, la sera prima in un pomeriggio assolato: 4 passi in riva al mare scandiscono l’inizio del comune fine settimana.

Cena, come di consuetudine di alto livello quantitativo e qualitativo e le immancabili 4 chiacchiere fanno volare il tempo come mai; stavolta, però malgrado siano alle porte i desideri norvegesi dell’amico Paolo, ci soffermiano sulle moto, specie le “anziane”.

Risveglio mattutino con cielo nuvoloso che non promette niente di buono; indossiamo infatti l’antipioggia a protezione di qualche gocciolina birichina; alle 8:45 siamo in sella pronti a partire.

La prima fermata è il canale con connesso traghettino, dove Paolo fotografa tutte le sue moto nuove; sito già teatro di una sosta assieme a Giorgio per fotografare gli aironi; tante le volte che abbiamo parlato del nostro amico comune.

Proseguiamo per Comacchio e Mesola, lasciamo quindi la Romagna per entrare nel Veneto e quindi in pieno Delta del Po.
Porto Tolle ed ancora sino a Scardovari, arriviamo sino alla punta della terraferma in prossimità della bocca del Po per poi riscendere verso sud-ovest la sacca dell’omonima frazione Rovigiana.
Qualche sosta, qualche scatto ed il cielo che nel frattempo si è fatto sereno ci mostra le bellezze dell'orizzonte;  nel frattempo si alza un vento di una certa intensità ed è proprio grazie ad esso se le nuvole scorrono veloci verso nord-est.

Arriviamo a fine mattinata alla bocca del Po di Goro, più precisamente a Bacucco dove il  già provato ristorante "Il Faro", soddisfa la ns. poca fame, del resto con un trattamento in MP dai Bonazzi si stà bene per 4 giorni minimo.

Ed allora un bell’antipastino seguito da un delizioso spaghettino alle vongole per tutti  4 è sufficente per farci desistere da tentazioni di grigliate, fritture e quant’altro.

Si riparte poco dopo mangiato, del resto è domenica, dobbiamo rientrare nella ns. Perugia.

Fermata doverosa a Marina Romea a casa Bonazzi per i saluti/ringraziamenti e per riprendere il poco bagaglio portato.
4 abbracci e via a sud per un breve tratto di Romea e poi la sempre sconnessa E45 sin giù a casa.

Sempre bello rivedere gli Amici e sempre bello è stare assieme a loro.